Benzina, Elettrica o Idrogeno?
Facciamo il punto sull
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di ogni singolo tipo di motorizzazione? Se ne parla tanto, ma a volte omettendo spesso un po’ questo e un po’ quello a seconda della convenienza, e allora vediamoli un po’ insieme nel dettaglio tutti insieme.
Auto a combustione interna
Le auto a combustione interna (ICE, Internal Combustion Engine) le conosciamo tutti, hanno l’innegabile vantaggio di un costo di partenza relativamente basso, di una lunga autonomia e un facile (ha rete distribuzione carburanti enorme) e rapido rifornimento: si parcheggia vicino alla pompa, si fa il pieno in pochissimi minuti e via, verso nuove mete, senza nessuna preoccupazione.
Il materiali specifici utilizzati per la sua specifica costruzione sono i classici metalli ferrosi, plastica, alluminio; tutti materiali relativamente facili da estrarre e poco impattanti per il territorio (il vetro per i finestrini, le ruote, la plastica e i metalli necessari per la scocca sono trasversali su qualunque tipologia di autoveicolo e non li considero); fa qualche eccezione il palladio usato per le marmitte e qualche acciaio speciale per alcuni componenti specifici.
I materiali di consumo sono ovviamente il tallone d’Achille di questa tipologia, dove primeggia il carburante che può essere benzina, gasolio, metano, GPL oltre ai biocarburanti, a cui bisogna aggiungere l’olio per il motore.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: emissione di CO2, di ossidi di azoto e di particolato, sebbene questi ultimi due tendano ad essere ridotti ai minimi termini a mano a mano che la tecnologia avanza; in città le ICE pure sono particolarmente inquinanti, visto il traffico e la segnaletica che ne rendono irregolare l’andatura e le frequenti pause ai semafori o per l’intenso traffico.
Il costo al chilometro si attesta, per il solo carburante e per un’auto che faccia 20 km al litro, a poco meno di 5 centesimi al km.
I costi di manutenzione sono invece discretamente alti (olio, filtri, freni, candele) ma quelli in caso di incidente sono in compenso relativamente bassi; fanno eccezione fanali e carrozzeria che ultimamente hanno visto i loro costi salire vertiginosamente, ma questo vale per tutti i tipi di automezzi. L’assistenza è capillare e competente.
In molte zone queste auto hanno lo svantaggio di incontrare blocchi a causa delle locali leggi e quindi di non poter circolare, e questo è un grosso deterrente per chi ci abita o deve frequentarle, magari per lavoro.
In caso di incidente, è possibile che l’auto prenda fuoco (specie se è a benzina), anche se nella maggior parte dei casi è relativamente facile spegnere l’incendio sul nascere.
Il mercato dell’usato è attualmente molto florido e tengono bene i prezzi.
Bollo (o superbollo) presente e a volte molto salato e assicurazione medio-bassa competano il quadro.
Auto elettriche
Anche delle auto elettriche conosciamo oramai abbastanza: i costi iniziali sono attualmente molto più elevati delle ICE, hanno un’autonomia ancora piuttosto limitata (con le debite, costose eccezioni) e il loro rifornimento, allo stato attuale delle cose, può risultare difficoltoso (le colonnine non hanno ancora una distribuzione sufficientemente capillare e più saranno le auto elettriche più il problema verrà sentito), lento e con il grosso problema che, se non si trova una colonnina libera e si rimane a piedi (causa colonnine rotte o occupate anche abusivamente, calcoli errati o altro), non basta una tanica di benzina per sistemare le cose, ma è necessario chiamare il carro attrezzi, e qui son dolori.
Chi è fortunato e possiede un box può invece caricare a casa nottetempo, con notevole riduzione del disagio.
I materiali utilizzati specificatamente in questo caso sono peculiari; infatti nelle batterie troviamo in grandi quantità il litio e in diversi modelli metalli come il cobalto e il nickel, elementi che comportano un notevole impatto ambientale e sociale; inoltre questo comporta un notevole aumento del peso con tutto quel che ne consegue. Non dimentichiamoci delle terre rare utilizzate nei motori o del rame necessario per i circuiti.
I materiali di consumo sono ridotti alla sola energia elettrica, che va trattata però in maniera differente a seconda della provenienza (oltre che ad un aumento di consumo dei pneumatici causa peso maggiore).
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Ricarica nel box tramite impianto fotovoltaico: questo richiede ovviamente che l’auto deve essere ferma nei momenti in cui c’è maggiore illuminazione; anche se abbiamo l’accumulatore per il solare, dobbiamo considerare infatti che se carichiamo l’auto poi probabilmente non avremo energia per la notte per la casa. In questo caso, il costo sarà zero e, viaggi lunghi a parte, non dovremo preoccuparci di rimanere a piedi.
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Ricarica nel box senza fotovoltaico (o con il fotovoltaico ma quando non c’è il Sole): pagheremo semplicemente l’energia elettrica consumata e saremo comunque tranquilli per i brevi viaggi.
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Ricarica nelle aree pubbliche dei condomini: qui potrebbero iniziare i dolori; potremmo andare a ‘scrocco’ fino a quando gli altri condomini non protesteranno e bloccheranno il tutto, oppure potremmo far installare delle wallbox (la cui installazione a regola d’arte è normalmente onerosa) e pagare il consumo dell’energia elettrica come nel punto (2)
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Ricarica tramite colonnine: in questo caso il problema è notevole, infatti nulla ci garantisce di trovare dei punti di ricarica liberi una volta arrivati a casa, con conseguente perdita di tempo nella ricerca di un altro punto e del ritorno a casa a piedi (e magari sotto la pioggia) o, nel caso peggiore, correre il rischio di rimanere letteralmente a piedi. I costi sono notevoli.
Attenzione! anche se così è attualmente, non illudetevi di rimanere senza accise per sempre: non appena sarà possibile infatti, le accise sui carburanti (non più utilizzati, un salasso per l’erario) verranno sicuramente applicate anche a tutti i consumi che transiteranno tramite le wallbox, già configurate per questo. Quindi, o ricaricherete tramite presa schuko, o preparatevi ad un esborso imprevisto. Quando non lo so, ma so che ci sono solo due cose sicure: le tasse e la morte, e per la seconda ci stanno lavorando.
Nelle città le elettriche trovano il loro luogo di applicazione ideale: frenata rigenerativa, nessun consumo quando si è fermi al semaforo, consumi ridotti alle basse velocità, mentre nei lunghi viaggi in autostrada hanno un consumo molto elevato.
Una nota importante relativa all’inquinamento: se usiamo un nostro fotovoltaico per la carica l’impatto sarà minimo, mentre, se usiamo la corrente della rete, dobbiamo tenere conto che l’energia da noi assorbita si aggiungerà a quella già consumata da altri (che già assorbono tutte le rinnovabili), e quindi verrà prodotta con tutta probabilità esclusivamente tramite i combustibili fossili, quindi addio auto ecologica!
Il costo al chilometro va da zero (fotovoltaico di proprietà usato quando c’è il Sole) a un costo molto variabile a seconda della colonnina, dell’abbonamento e del tipo di ricarica, e che può arrivare a sfiorare i 20 centesimi di euro al chilometro, il quadruplo del costo di una ICE! (ricariche ultrafast a 0,95€/kWh e consumi autostradali)
I costi di manutenzione sono molto bassi ma nel caso di incidenti gli importi salgono alle stelle, e a volte non è facile trovare ancora officine competenti. Questo, secondo me, è un punto da tenere in debita considerazione.
Questo genere di auto può viaggiare praticamente dappertutto (non ci sono blocchi che tengano) e sovente non è tenuta a pagare il parcheggio. Un’eccezione sono molti traghetti e adesso anche parcheggi sotterranei dove è proibito entrare con questo tipo di auto per la paura degli incendi.
Gli incendi del mezzo, già: seppur statisticamente inferiori (e di molto) a una ICE, un’auto elettrica può prendere fuoco anche senza apparente motivo, e in questo caso l’incendio normalmente porta alla totale distruzione del mezzo e molto spesso anche al danneggiamento di quanto le sta vicino. Questo dipende comunque anche dal tipo di batteria montato sulla vettura.
Il mercato dell’usato è un disastro, visto che le tecnologie stanno ancora perfezionandosi e che quindi disincentivano l’acquisto di vetture oramai obsolete.
Bollo assente e assicurazione normalmente più cara della media.
Auto ad idrogeno
L’idrogeno è un’eterna promessa mai mantenuta, si potrebbe dire.
Con le auto ad idrogeno non ci sono emissioni inquinanti (i gas di scarico contengono solo acqua, oltre ai gas già presenti nell’atmosfera) e l’autonomia è accettabile.
Bell’anteprima alle buone notizie, ma poi?
Finite.
Già, perché adesso iniziano i dolori:
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L’idrogeno è solo un vettore, non una risorsa: tra elettrolisi (ottenuto dall’acqua usando energia elettrica con un rendimento dal 60 al 70%), compressione e trasporto del gas (sì, comprimere a 350 o ancora peggio a 700 atmosfere un gas consuma un sacco di energia) e rendimento delle celle a combustibile (dal 40 al 50%), il consumo effettivo di energia per ogni Watt utilizzato è circa TRE Watt, ovvero il triplo del consumo di un’auto elettrica normale!
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Stoccaggio: sono stati fatti diversi tentativi con l’idrogeno liquido o materiali capaci di adsorbirlo, ma ora come ora l’unica soluzione percorribile è una bombola ad alta pressione, costosa e non facile da gestire.
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Celle a combustibile: richiedono metalli quali il Platino, l’Iridio, il Rutenio o il Palladio (seppur con minor efficienza), che sono disponibili solo in quantità limitata e che hanno già un costo elevatissimo, che schizzerebbe alle stelle se il suo impiego aumentasse vertiginosamente.
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L’Idrogeno è infiammabilissimo, basta un nulla per provocare un disastro.
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Un’auto ad idrogeno, per le sue caratteristiche, ha un costo tendenzialmente molto elevato.
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Ci sono pochissimi distributori di idrogeno, che stanno piano piano chiudendo.
Tutti questi inconvenienti ne hanno fatto un’oggetto di nicchia, che difficilmente riuscirà a sfondare in futuro.
Che auto scegliere, quindi?
Direi che possiamo distinguere in base all’utilizzo che se ne fa:
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Chi ha un box di proprietà, ha il fotovoltaico e può lasciare l’auto a caricarsi durante la giornata (ad esempio se è una seconda auto o se è pensionato), sicuramente troverà molto vantaggioso usare un’auto elettrica che si ripagherà nel tempo; stessa cosa vale per chi ha il fotovoltaico con un accumulo sufficiente sia per l’auto sia per la casa.
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Chi ha un box di proprietà e fa pochi chilometri, come ad esempio chi abita in una città e ha il lavoro vicino (oppure non lavora oppure usa i mezzi pubblici), anche in questo caso può avere dei vantaggi sia come comodità (il distributore non serve poiché si può caricare tranquillamente la notte) sia come accesso libero alle zone a traffico limitato, così pure economici, ma per un tempo limitato: non speri che le micidiali accise non vengano prima o poi trasferite anche all’elettrico, rendendolo più oneroso.
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Chi deve muoversi necessariamente in auto nelle zone a traffico limitato dovrà obbligatoriamente rivolgersi a una delle tipologie di auto elettriche: dalla ibrida all’elettrico puro, confidando che abbia un box di proprietà.
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Per tutti gli altri una ICE la vedrei meglio, almeno per ora, fino a che non matureranno le tecnologie (ancora acerbe)