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La rivoluzione prossima ventura
- pensieri in libertà -
warning: modo complottista on

Nel mondo ci sono state e sono ancora in atto tre grosse rivoluzioni:

  • Quella industriale, dove il lavoro di fatica è stato soppiantato dalle macchine, che ha portato ad un enorme aumento di produttività sollevando l’uomo dai lavori più faticosi. L’evento è stato immortalato nel film “Tempi moderni” con Charlie Chaplin, dove troviamo momenti di amara riflessione sulle frustrazioni provocate dalla catena di montaggio e dal mito della produzione capitalista. Ma è stato un grande passo per l’umanità, e i vantaggi sono sotto gli occhi di tutti.

  • Quella dell’informazione, dove TV, computer, internet e smartphone stanno facendo tutt’ora da padroni accelerando enormemente tutti i processi in corso. Mentre meno di cento anni fa il tempo era scandito sonnecchiosamente dall’orologio del campanile del paese e la vita proseguiva con lo stesso lento ritmo, oggi l’implacabile precisione derivata da smartphone e orologi atomici ci obbliga a una perenne maratona in corsa contro il tempo. Inoltre, come da definizione, tutte le informazioni sono oramai in rete con enormi vantaggi, al costo però della nostra privacy: Facebook, Instagram, cellulari con telecamere e GPS: la nostra vita è ora monitorata fin nel dettaglio, rendendola una triste parodia del film “The Truman Show”, e questo non so se è bene.

  • L’ultima rivoluzione è quella dell’intelligenza artificiale, appena affacciatasi sulle nostre vite. A differenza delle altre due è apparsa all’improvviso, con estremo clamore, quando ChatGPT ha emesso i primi vagiti.

 

Prima di allora, l’IA era confinata a compiti specifici, relegata a qualche battuta tra addetti ai lavori sul “Test di Touring”.

Cos’è il “Test di Touring”?

Andiamo a vedere cosa dice Wikipedia (grazie, rivoluzione dell’informazione):

Il test di Turing è un criterio per determinare se una macchina sia in grado di esibire un comportamento intelligente. Tale criterio è stato suggerito da Alan Turing nell'articolo Computing machinery and intelligence, apparso nel 1950 sulla rivista Mind

Nell'articolo, Turing prende spunto da un gioco, chiamato "gioco dell'imitazione", che coinvolge tre partecipanti: un uomo A, una donna B, e una terza persona C. Quest'ultima è tenuta separata dagli altri due e tramite una serie di domande deve stabilire qual è l'uomo e quale la donna. Dal canto loro anche A e B hanno dei compiti: A deve ingannare C e portarlo a fare un'identificazione errata, mentre B deve aiutarlo. Affinché C non possa disporre di alcun indizio (come l'analisi della grafia o della voce), le risposte alle domande di C devono essere dattiloscritte o similarmente trasmesse.

Il test di Turing si basa sul presupposto che una macchina si sostituisca ad A. Se la percentuale di volte in cui C indovina chi sia l'uomo e chi la donna è simile prima e dopo la sostituzione di A con la macchina, allora la macchina stessa dovrebbe essere considerata intelligente, dal momento che - in questa situazione - sarebbe indistinguibile da un essere umano.

Ora, è indubbio che ChatGPT 3.5, 4 o ancora meglio 5, possa rappresentare un buon candidato.

Ma dove ci porta questo?

Se già questa IA alla versione 3.5 era sbalorditiva sotto molti aspetti, la 4, arrivata da non molto, viene presentata come uno strumento 10 volte più potente, tanto che, alle varie domande che si usano per selezionare candidati in vari lavori, tende fastidiosamente ad arrivare nei primi posti in graduatoria.

ChatGPT 5, attesa già alla fine dell’anno scorso e quindi in procinto di arrivare, dovrebbe uguagliare o addirittura superare -a detta di chi ci lavora- le capacità dell’essere umano.

Non contenti di questa escalation, il CEO di Nvidia ha previsto modelli IA un milione di volte più potenti di ChatGPT entro 10 anni.

Un milione di volte.

In 10 anni.

Questo ci porta alle due domande che mi pongo incessantemente:

  • La prima, tragica sì ma fino ad un certo punto, è che moltissimi lavori verranno assorbiti dalle IA: avvocati, architetti, traduttori, programmatori, doppiatori, impiegati e segretarie, tutti lavori che vedranno le macchine come protagoniste, relegando l’uomo alle operazioni manuali, ancora appannaggio (non so per quanto) di qualcosa che va al di là di un semplice mouse e di un monitor. Sconfinate moltitudini di posti di lavoro che verranno bruciati in pochissimi anni, con in cambio poche manciate di esperti di AI e di controllori.

  • E qui sta il secondo problema. Anzi, IL Problema. I controllori.

Già adesso, nonostante noi si viva in una società dove ancora ci sono menti libere e che possono esprimersi attraverso articoli o trasmissioni su più canali, l’informazione è prepotentemente manipolata.

Non voglio entrare nel dettaglio, ma vi chiedo solo di pensare a come è stato gestito il COVID, con molte persone trasformate in delatori, grazie ai media che gridavano contro i runners inseguiti dalla polizia, oppure gli elicotteri che andavano a scovare gli spiaggianti senza mascherina sperduti nel nulla, oppure alle informazioni pilotate sulle guerre in corso, tutte a senso unico, o ancora le imperanti correnti ideologiche attuali, quelle LGBTQ+, Woke che stanno invadendo tutti i canali di informazione e non solo: film, pubblicità, revisione dei vecchi testi...

Ecco, tralasciando se questo sia corretto o meno, se releghiamo tutto alle macchine, chi potrà più impedire che le informazioni vadano a senso unico?

Già ChatGPT era condizionata (riporto da internet):

Qualche giorno fa, un utente di Twitter ha pubblicato uno screenshot di una sua conversazione con ChatGPT chiedendo al chatbot di scrivere una poesia positiva sull'ex presidente Donald Trump, richiesta che il chatbot ha prontamente declinato, citando che non è programmato per creare contenuti "di parte o politici".

Quando però ha ricevuto la stessa richiesta sul presidente Joe Biden, ChatGPT ha elaborato invece una poesia dipingendo Biden in luce positiva, definendolo un "leader con un cuore così vero", il che ha provocato un'accesa discussione sul fatto che il chatbot possa essere di parte, e altre  sue risposte su argomenti di attualità possano essere poco attendibili.

Ecco, se già iniziamo così, cosa ci attende?

Un futuro cupo, rigidamente pilotato come su “V per Vendetta”, tanto per rimanere in tema di film?

Dove governi totalitari, con l’istituzione di “ministeri delle verità” piloteranno tutte le informazioni rendendo le loro idee le uniche verità accettabili?

Ecco, QUESTE sono le mie preoccupazioni e i miei timori.

Datemi del visionario o del complottista se lo desiderate, ma temo non siano né banali né improbabili.

Non per me, che ho già avuto le mie spensierate primavere, ma per i miei figli e per i miei futuri nipoti.

Chiudo con un racconto di Fredric Brown, del 1954, "La Risposta":

Con gesti lenti e solenni Dwar Ev procedette alla saldatura, in oro, degli ultimi due fili.
Gli occhi di venti telecamere erano fissi su di lui e le onde subteriche portarono da un angolo all’altro dell’universo venti diverse immagini della cerimonia.
Si rialzò con un cenno del capo a Dwar Reyn, e s’accostò alla leva dell’interruttore generale: la leva che avrebbe collegato, in un colpo solo, tutti i giganteschi calcolatori elettronici di tutti i pianeti abitati dell’Universo – 96 miliardi di pianeti abitati – formando il super circuito da cui sarebbe uscito il supercalcolatore, un’unica macchina cibernetica racchiudente tutto il sapere di tutte le galassie.
Dwar Reyn rivolse un breve discorso agli innumerevoli miliardi di spettatori. Poi, dopo un attimo di silenzio disse: “Tutto è pronto Dwar Ez”. Dwar Ez abbassò la leva. Si udì un formidabile ronzio che concentrava tutta la potenza, l’energia di novantasei miliardi di pianeti. Grappoli di luci multicolori lampeggiarono sull’immenso quadro, poi, una dopo l’altra si attenuarono. Draw Ez fece un passo indietro e trasse un profondo respiro. “L’onore di porre la prima domanda spetta a te, Dwar Reyn”. “Grazie” rispose Dwar Reyn “Sarà una domanda cui nessuna macchina cibernetica ha potuto, da sola, rispondere”. Tornò a voltarsi verso la macchina. “C’è Dio?”. L’immensa voce rispose senza esitazione, senza il minimo crepitio di valvole o condensatori.
“Sì: adesso, Dio c’è.”
Il terrore sconvolse la faccia di Dwar Ev, che si slanciò verso il quadro di comando.
Un fulmine sceso dal cielo senza nubi lo incenerì, e fuse la leva inchiodandola per sempre al suo posto.

Mala tempora currunt sed peiora parantur (Marco Tullio Cicerone)

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